Nikolaus Widmann, ventinovenne di Bolzano, ha deciso di «vincere la sfida della transizione energetica».
Subito dopo la laurea in “Economics and Management of Information” alla Maastricht University School of Business and Economics, si è formato nell’azienda tedesca di ingegneria energetica Kofler Energies AG, per poi fondare, nel 2020, la startup Inewa: impresa che nell’anno della pandemia gli ha permesso di realizzare 70 progetti e chiudere contratti per 50 milioni di euro.
In Trentino l’azienda è stata chiamata a curare la progettazione, l’autorizzazione e la direzione lavori dell’impianto di BioEnergia Trentino, attivo da quasi 10 anni nel trattamento e riutilizzo per fini energetici del rifiuto organico. Output del progetto sono state 60 mila tonnellate di rifiuti organici trasformati in biometano, che oggi alimenta i 67 autobus in circolazione a Trento.
“Il nostro obiettivo è aggiornare le modalità della mobilità dell’autotrasporto: presto trasformeremo tre impianti di biogas, due nel Bolognese e l’altro in provincia di Verona, in biometano verde. E ben altri venti saranno operativi entro il 2023”, ha affermato Widmann.
«Nel Bolognese, a Budrio, siamo intervenuti con un progetto che ha rivoluzionato l’operatività di un’azienda agricola, realizzando un impianto a biogas alimentato da reflui zootecnici con cogeneratore ad alto rendimento per la produzione di energia elettrica: il primo passo per poi realizzare, dallo stesso impianto, quello per la produzione di biometano». E ancora, «In un celebre hotel in Alto Adige abbiano realizzato un impianto di cogenerazione, che, rispetto alla produzione separata di energia termica ed elettrica, permette di ottenere un’efficienza di circa il 30 per cento in più», ha spiegato Widmann, che ha aggiunto: «E poi, questo impianto offre la possibilità di recuperare l’energia non trasformata in elettricità in energia termica».