Per mettere a punto obiettivi e tabelle di marcia per la grande transizione green che entro il 2030 dovrebbe investire climaticamente 100 centri urbani, la Commissione europea si è affidata a 15 esperti, che daranno vita, a fine settembre 2021, al rapporto finale della “Missione per le 100 città climaticamente neutrali”.
Puntare sulle città per salvare l’ambiente: nonostante, infatti, occupino appena il 3% delle terre emerse, i centri urbani ospitano oltre metà della popolazione mondiale e sono responsabili di circa il 72% delle emissioni globali di gas serra.
Ma per il gruppo di lavoro incaricato dalla Commissione, raggiungere la “carbon neutrality” in 10 anni, anziché in 30 come previsto dal Green Deal europeo, non sembrerebbe una missione impossibile, vista la tendenza a favore degli investimenti in greentech, che permettono di aumentare gli incentivi alla transizione.
Città nordeuropee come Copenhagen, Stoccolma ed Helsinki sono da tempo all’avanguardia sia sul greentech che sulla partecipazione attiva dei cittadini, “ma dobbiamo avere l’ambizione di vedere anche città del Sud Europa in grado di competere in questa sfida”, ha sottolineato Maria Vassilakou, parte della Missione ed ex-vicesindaco di Vienna, la prima in Europa del partito Verde, che durante il suo mandato ha visto incoronare la capitale austriaca città più vivibile del mondo per ben due volte.
“L’obiettivo è aiutare i centri non solo a emettere meno, ma sviluppare la “livability” creando una società più inclusiva e aperta, un’esigenza ancora più sentita con le tensioni sociali create dal Covid19. È per questo che quando parliamo di smart cities partiamo da una valutazione sull’impatto sociale delle tecnologie utilizzate e non da quali e quanti sensori vengono installati” – ha concluso Vassilakou.