Quali sono gli elementi più importanti da considerare per intraprendere un programma di riforestazione?
Un interessante articolo pubblicato sul The Guardian poche settimane fa chiarisce la questione in quattro punti.
Habitat, condizioni climatiche, specie presenti nel luogo e riconversioni.
Di seguito punto per punto, gli elementi indicati come fondamentali quando si inizia a pensare a un programma di riforestazione.
Specie non autoctone
Nel corso di migliaia di anni, in un dato luogo un network naturale composto da flora, fauna e funghi interconnessi si è evoluta insieme alle foreste autoctone. Sostituire le specie autoctone con quelle alloctone (non tipiche di un certo luogo), significherebbe alterare sensibilmente queste relazioni. Questo significa influenzare la biodiversità originaria di un posto.
Un’altra preoccupazione comune con la semina di specie non autoctona è il potenziale di “invasività” di una specie arborea. Ovvero piante che riescono a vincere la competizione con le specie presenti o che ospitano agenti patogeni potenzialmente distruttivi.
Ma cosa si intende esattamente per “competizione” tra specie vegetali?
Quando vengono posti in un contesto di competizione con i propri simili, uomini e animali sono in grado di valutare nel modo più efficiente quale comportamento adottare. La scelta tra una di queste opzioni viene presa anche a seconda dell’abilità dei propri avversari. Il primo step è, dunque l’individuazione della presenza dell’avversario.
Come avviene questa importante fase in un essere vivente che non è dotato di sensi?
Le piante riescono a identificare la presenza di rivali attraverso segnali quali la riduzione della quantità di luce disponibile o dal rapporto tra onde rosse e infrarosse (che varia in relazione al fatto che la luce sia o meno filtrata da altre foglie).
Adattabilità climatica
Un altro importante fattore è l’adattabilità climatica di una specie. Come spiegato nell’articolo, molti esperti forestali presumono avremo bisogno di specie non autoctone per affrontare il cambiamento climatico. Tuttavia, non ci sono ancora dati certi rispetto a questo. Come osservano gli esperti intervistati, c’è un’enorme quantità di diversità genetica nelle specie autoctone, sufficiente per adattarsi al cambiamento climatico.
Servizi ecosistemici
Quando si pensa alla piantumazione di alberi, si ritiene che il sequestro del carbonio sia l’elemento più importante. Gli esperti intervistati chiariscono che questo aspetto non è fra i primi vantaggi. Il miglioramento della qualità del suolo e dell’acqua e la fornitura di fauna selvatica, sono altre importanti priorità, insieme alla gestione naturale delle inondazioni. Gli alberi, le aree verdi e gli ecosistemi più in generale svolgono innumerevoli funzioni. Questi sono vantaggiosi anche per la salute pubblica e la qualità urbana, grazie ai cosiddetti servizi ecosistemici. Questi ultimi sono rappresentati dai numerosi benefici che spaziano dagli aspetti funzionali relativi al ciclo dei nutrienti ed a quello dell’acqua, al miglioramento della qualità dell’aria, alla caratterizzazione del paesaggio, fino agli aspetti ricreativi e sociali.
La riconversione dei terreni agricoli
La riconversione in foresta di terreni agricoli poco produttivi rappresenta il futuro, secondo gli intervistati. Questo perché potrebbe fornire un reddito sostenibile per le fattorie. La vendita di crediti di carbonio su un nuovo progetto di un bosco nativo di due ettari potrebbe facilmente far guadagnare 10.000 sterline al proprietario terriero, incentivando così un circolo virtuoso.
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