Carne da laboratorio, carne sintetica, carne artificiale. Ciascuna di queste tre espressioni è scorretta quando si parla di carne coltivata, che viene prodotta in ambienti sterili, sicuri e 100% cruelty free. I motivi per cui è necessario sfatare il mito della carne “da laboratorio” sono molteplici. Anzitutto ambientali.
Non si può più fare finta di niente.
La produzione mondiale di carne è responsabile di quasi un terzo di tutti i gas che causano il surriscaldamento globale. Non solo. Gli allevamenti sfruttano quasi il 70 % di riserve d’acqua dolce e occupano più della metà della terra abitabile. Senza contare il trasporto necessario con relative emissioni di metano e di anidride carbonica e il flusso di rifiuti continuamente prodotto. Cifre spaventose, che non sono stata ignorate nei colloqui sul clima della Cop27 in Egitto e che imporranno l’adozione di nuove importanti misure alimentari.
Buona, bella e brava.
Finalmente è arrivata l’approvazione del governo degli Stati Uniti che nella figura della Food and Drug Administration (FDA) consentirà alla californiana Upside Foods di produrre e commercializzare vera carne, nell’ambiente sicuro, certificato e ultra controllato di un laboratorio. I plus saranno enormi sia per l’ambiente che per la salute umana e animale. Anzitutto si tratterà di vera carne animale, senza fantasiose alterazioni genetico-chimiche, come qualcuno potrebbe essere portato a immaginare. Questa è anzi carne che grazie alla più recente tecnologia potrà essere arricchita con amminoacidi, vitamine, grassi essenziali e composti bioattivi (Journal of Scientific Research) ad alta assimilabilità.
Anche Piero Veragouth, direttore di SIDI – Swiss Institute for Disruptive Innovation, si è pronunciato sulla notizia dell’introduzione sul mercato della carne coltivata. In un’intervista recentemente apparsa sul Corriere del Ticino enumera fra l’altro, tutti i passaggi della relativa produzione in maniera semplice ed efficace.
Qui l’intervista completa a Piero Veragouth sul Corriere del Ticino
Una produzione attenta al 100%
La modalità con cui viene prodotta la carne coltivata prende spunto dalla produzione di tessuti umani in laboratori per riparazioni mediche e operazioni rigenerative. Gli scienziati prelevano minuscoli pezzi di tessuto tramite biopsia, isolando cellule da uova o carne coltivata tradizionalmente in allevamenti di alta qualità. Si sta addirittura ipotizzando di prelevarla anche da pesce e molluschi!
In una seconda fase vengono identificati tutti i nutrienti che queste cellule consumeranno come se fossero cellule che crescono in un corpo vivente. Questi nutrienti vengono inseriti in un bioreattore dove le cellule matureranno in maniera sicura. È una produzione già sperimentata e collaudata nella produzione di farmaci e terapie. Entro due settimane le cellule assumeranno la forma desiderata.
Non è pertanto un cibo vegano, in quanto comunque l’origine animale è preservata.
Zero scuse! La carne coltivata non ha rischi.
Molti governi ahimè potrebbero ostacolare la diffusione di un prodotto 100% buono, salutare ed ecosostenibile. Il perché è semplice: ragioni economiche, ma anche semplice pregiudizio.
Per questi motivi la terminologia commerciale appropriata sarà fondamentale per far impattare al meglio il prodotto che verrà commercializzato come carne coltivata e non erroneamente con “carne di laboratorio”.
Non resta che augurare Bon appetit!
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