Riforestazione: non basta volerla.

La piantumazione è una parola balzata subito in cima a moltissime ricerche scientifiche e iniziative governative. La consapevolezza ambientale però è utile solo se accompagnata da un’accuratezza scientifica. Piantumare in maniera scriteriata e pubblicizzarlo è infatti “greenwashing”, ovvero la triste tendenza politica dell’ambientalismo di facciata.

Pertanto non basta piantare alberi per invertire la rotta del surriscaldamento globale e della perdita di biodiversità.

Cosa significa piantumare male?

Rinverdire aree spoglie è certamente una pratica ecologica preziosa.

Tuttavia quando l’iniziativa ha come scopo la salvezza del pianeta, diventa certamente una questione ben più articolata. Non solo non basta piantare alberi, ma farlo in maniera approssimativa può causare più danni.

Una riforestazione che si rispetti deve tenere conto delle relazioni tra gli alberi, il suolo e tanti elementi di un ecosistema. Non si tratta tanto di piantare, ma di creare un ecosistema, progettarne l’evoluzione, prendendo in considerazione molteplici fattori, come spazio, tempo e relazione fra le piante.

Piantumare male significa anche ad esempio piantumare una sola varietà, andando a stravolgere gli equilibri di intere zone.   

Uno spreco di energie in tal senso sarebbe oltretutto un spreco economico. Non basta infatti prevedere finanziamenti per la riforestazione se questi non seguono le regole di una programmazione.  Ma i vari governi si stanno mettendo all’opera anche in questo senso.

Una buona notizia.

Dal Wwf arrivano buone notizie. Una ricerca infatti ha dimostrato che nei paesi sviluppati soprattutto stanno tornando a crescere spntaneamente milioni di ettari a fianco alla superficie forestale già reucperata. Questo è merito dell’instancabile attività di moltissime organizzazioni. In Italia ad esempio si sta assistendo a una crescita della superficie forestale del 0,6% annuo.

Un’iniziativa made in Italy

La mossa italiana nell’ambito della riforestazione si chiama l’investimento M2C4-3.1 “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”. Si tratta appunto di un piano di forestazione con risorse pari a 330 milioni di euro per “Salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine”.

Il primo obiettivo è quello di mettere a dimora entro il 31 dicembre prossimo 1.650.000 alberi fra tutte le città metropolitane che vorranno aderire. L’iniziativa del Ministero avrà il supporto anche dell’Arma dei Carabinieri nel comando unità forestali ambientali e agroalimentari (CUFA), dell’istat e del CIRBISES e chiaramente dovrà seguire indicazioni, criteri e requisiti scientifici e tecnici previsti in un piano di forestazione.

Per approfondire:

  1. Qual è la resilienza delle foreste?
  2. Lo stato delle foreste nell’era del cambiamento climatico.
  3. Dal Ticino è in arrivo una vera rivoluzione verde.
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Team The Greenest

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